Al seggio elettorale - pinerolo blues

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AL SEGGIO ELETTORALE

Quest'anno, per la prima volta in vita mia, non sono andata a votare. L'ho sempre considerato un dovere, oltre che un diritto, e in passato ho spostato anche delle date di viaggi per non perdere quella opportunità Ma quest'anno no, quest'anno alla prospettiva di trovarmi davanti ancora una volta quell'incivile, esecrabile e tristo figuro che purtroppo svolge il ruolo di presidente di seggio dove io voto, ho detto basta. La materia del contendere, la volta precedente, era che avevo messo io stessa la tessera nell'urna. Il fatto è che avevo aspettato un bel po' con la scheda in mano, poi, visto che erano tutti impegnati a fare altro, avevo provveduto da me. Sono stata due volte presidente di seggio a Torino, dove insegnavo ed abitavo, e quindi non avevo problemi a compiere quest'operazione, che peraltro è molto diffusa. Il rastafarian dai lunghi dreadlocks annodati non aspettava altro per esercitare il suo piccolo potere. Ha cominciato a dirmi che la scheda avrebbe potuto non essere piegata nel modo giusto e che in ogni caso doveva essere uno di loro a metterla nell'urna. Questo diceva la legge e, se non ci credevo, mi faceva vedere il testo. Il tutto detto con un tono aggressivo, grossolano, senza il rispetto che è d'obbligo nei rapporti sociali. Avrei voluto replicare che poteva cominciare a far vedere quel testo a tutti i politici e personaggi famosi, seguiti nel seggio dalle telecamere, che stanno fermi per un bel po' di tempo con la scheda parzialmente infilata nella fessura per dare il tempo a fotografi e cameramen di riprenderli, ma ho preferito non fare polemica e non abbassarmi al suo livello. E' un problema facilmente risolvibile: semplicemente, d'ora in avanti, me ne starò a casa.   

P.S. Ho messo da poco in rete questo articolo e vedo che la mia città si sta apprestando alla celebrazione del maleducato di cui sopra.
Penso che ognuno di noi abbia la massima libertà di espressione, ma andare oltre il limite del decentemente consentito, trascurando le basi elementari dell’educazione e del rispetto - tanto più se ci si trova in un luogo istituzionale – non lo trovo accettabile. Al di là di questo, gli faccio i migliori auguri di successo. Da parte mia però, spero di non vederlo mai più.   




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