Don Vittorio Morero, scrittore e giornalista
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Sono passati ormai molti anni dalla morte di don Vittorio Morero, ma sin da subito il suo nome è caduto nell'oblio.
Sono d'accordo con quanto sostiene don Piergiorgio Rol nell'articolo riportato qui sopra, ovvero che la sua figura sia stata troppo presto dimenticata.
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Era uno scrittore e, fra i titoli dei suoi libri, ricordiamo: Crescere nella fede, Facta Fascismo Resistenza, Il cristiano nella contestazione e Laicità al plurale.
Era anche giornalista e per più di trent'anni è stato il direttore del settimanale L'Eco del Chisone, di cui si dice che fosse letto anche dall'Avvocato Agnelli.
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Ha promosso diverse campagne in difesa del rispetto della fede religiosa e anche delle idee politiche per le quali si batteva.
Negli anni in cui frequentavo l'Istituto Magistrale lui era il docente di religione. Ne ho un ricordo meraviglioso, era l'unico docente che mi prestasse attenzione e che, a differenza degli altri, mi infondesse un po' di fiducia. Leggeva in classe i miei elaborati, sui temi che ci assegnava di volta in volta.
Ripensandoci oggi, mi chiedo: la Bermond mi ha rimandata a settembre in italiano e lui, scrittore e giornalista, leggeva in classe i miei lavori? C'è qualcosa di inspiegabile.
Ah, se solo avessi avuto lui come insegnante di italiano…
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Gli ho detto del mio lavoro, iniziato da poco, di collaborazione con case editrici inglesi e italiane. Gli ho anche detto che, mentre facevo una ricerca in biblioteca sui giornali degli anni 1950-1960, avevo trovato un suo articolo, apparso il 30/09/57 su L'Eco del Chisone, sul paese di Macello. Io vi ho abitato da bambina ed ho trovato molto interessante il modo in cui lui ne descrive le contraddizioni.
Se avevo conservato questa passione per la lettura e la scrittura era in parte grazie a lui, che leggeva i miei elaborati in classe, non certo agli insegnanti di italiano, che ho avuto la disgrazia di avere.