Un controllore - pinerolo blues

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Un controllore molto zelante

Poiché mi occupo, fra l'altro, di guide turistiche per viaggiatori inglesi, ricevo spesso dei commenti molto negativi sulle condizioni in cui si viaggia in Italia, sulla maleducazione e il menefreghismo del personale addetto, sulla mancanza di informazioni o sulle informazioni sbagliate fornite, sul disinteresse e l'indifferenza totale verso le condizioni dei passeggeri. Ho deciso perciò, di tanto in tanto, di rendervi partecipi di alcune delle mie disavventure, affinchè vi rendiate conto di che cosa vuol dire avere a che fare con le Ferrovie italiane.
Sono a Porta Nuova per prendere il treno Frecciarossa per Milano. Anche se l'orario di partenza è vicino, il treno non compare sul tabellone. Allora entro nel vicino Ufficio Informazioni, faccio vedere il biglietto e chiedo notizie sul treno che vi è segnato. L'impiegato mi dice che devo prendere il treno diretto a Napoli. Gli faccio presente che l'orario sul mio biglietto non corrisponde a quello del treno, ma lui, con aria seccata, conferma.
Mi dirigo perciò al binario e, per scrupolo, prima di salire chiedo alla donna in uniforme di fianco al treno se quel treno ferma a Milano Centrale e lei dice di sì.
Quando, dopo circa mezz'ora di viaggio, arriva il bigliettario, mi dice che sono sul treno sbagliato, che avrei dovuto prendere quello dopo. Dopo quando, dato che l'ora di partenza segnata sul mio biglietto è di soli dieci minuti dopo di questo e sul tabellone non risultavano altri reni Frecciarossa in partenza?
Non solo, ma, mi informa, questo treno va a Porta Garibaldi.
Zelante, mi fa pagare 8 euro di multa. (Sì, perchè è in queste occasioni – e solo in queste – che gli addetti alle ferrovie, così smaniosi di angariare i passeggeri, tirano fuori questa virtù!
Quando trovano una persona mite e perbene come me – in questo caso vittima di informazioni sbagliate fornite da chi, come diceva il ministro Brunetta, è anche un mio dipendente perchè sono io che gli pago lo stipendio con le mie tasse – sfogano tutta la loro spietatezza). Perciò: 32 euro di biglietto, più 8 di multa, più 10 di taxi per recarmi velocemente all'appuntamento nella casa editrice vicina alla Stazione Centrale...
Sono alla Stazione centrale di Milano per prendere il treno di ritorno. Ho il biglietto per un treno regionale. Ce n'è uno in partenza di lì a mezz'ora che ha accanto la sigla RV. Che vorrà dire? C'è un ferroviere lì vicino – è toscano, che Dio benedica i toscani! - che me lo spiega gentilmente e, quando gli chiedo se con il mio biglietto lo posso prendere, mi dice di sì. Dopo una mezz'ora dalla partenza, un pesante fetore di merda si diffonde nello scompartimento. E' talmente forte che viene voglia di rimettere. Ci mettiamo tutti un fazzoletto o una sciarpa sul naso, apriamo i finestrini anche se fa freddo. Mi chiedo cos'altro debba ancora succedere in questa disastrosa giornata ferroviaria. Penso, tuttavia, a quei passeggeri che, un mese fa circa, erano stati abbandonati per ore sotto la neve e al freddo e, al loro confronto, mi sento ancora fortunata. Meglio essere sepolti dalla puzza di merda che dalla neve!
Rassegnatevi, cari viaggiatori stranieri, i treni italiani hanno cambiato il nome, ma l'inefficienza, l'inciviltà e le prepotenti angherie sono le stesse di prima. Ho raccontato questo episodio perchè, pochi mesi prima, mi era capitato di assistere a un episodio molto simile al mio, di cui era vittima un professore scozzese che vive a Londra. Lui aveva dato in escandescenze perchè riteneva inacettabile di essere punito a causa dello sbaglio di un addetto alle ferrovie presso cui si era informato. Purtroppo la cosa sarebbe inacettabile in Inghilterra, dove alle persone oneste viene data tutta la fiducia che meritano, ma non in Italia. Vi posso solo dare un consiglio: leggete il grande Pirandello, dove questi piccoli burocrati che fanno pesare il loro piccolo potere su chi è costretto a subire sono descritti in modo sublime!

Qualche giorno dopo, sul treno che va da Milano a Parigi, sono seduta vicino a un cittadino frnacese di origine africana. Ha un biglietto per il giorno dopo. Il controllore donna glielo vidima tranquillamente, gli dice solo di lasciare il posto a chi dovesse salire con una prenotazione. Quando gli racconto quello che mi è successo qualche giorno prima, mi risponde: “Certo, in Italia i controllori hanno una commissione su ogni multa che fanno, perciò, più ne fanno, più guadagnano!” Adesso mi è tutto chiaro.
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