Donato Bilancia, gli omicidi sui treni
Una delle esperienze più brutte da me vissute sul treno è accaduta nell'aprile del 1998. Ero sull'Intercity diretto a Ventimiglia. Durante il percorso sono andata in bagno.
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Per fortuna era invece il controllore, che, come consuetudine vuole, mi ha detto di aver bussato, quindi era colpa mia se non l'avevo sentito. Il fatto che fossimo in una galleria, con in più il finestrino aperto, e che quindi, dato il frastuono, fosse impossibile sentire il battere delle nocche sulla porta, non sfiorava lontanamente la sua mente limitata. A lui bastava aver segnalato in quel modo chi stava per spalancare la porta. Se poi io non avevo sentito, era colpa mia. In un paese con un livello normale di civiltà, gli incaricati di mansioni che hanno a che fare direttamente con il pubblico, dovrebbero sentire la responsabilità di questo loro lavoro e regolarsi di conseguenza, ma qui da noi siamo ben lontani da questo.
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Tornata al mio posto, ho aperto il giornale che avevo acquistato in stazione. In prima pagina c'era un articolo dettagliato proprio su Donato Bilancia. L'ho messo via immediatamente e mi sono concentrata sul paesaggio, non particolarmente accattivante, che scorreva fuori dai finestrini…