L’IMPIEGATA BUONA A NULLA DI UN CUP RUBASOLDI
Sono cinquant’anni giusti che pago le tasse. Non ho mai usufruito della Sanità pubblica, mi curo con medicine naturali e ho pagato di tasca mia gli interventi che ho avuto. Ho anche pagato il medico per mia madre, per evitare che continuasse a rivolgersi al suo, che l’avrebbe portata alla morte molto prima.
Ho diritto all’esenzione del ticket, ma non ne ho mai usufruito, perché so come vanno le cose nel girone infernale che risponde al nome di Centro Unico Prenotazione. Dietro insistenza del medico, ci sono comunque andata lo scorso luglio.
Dopo un’ora di attesa, quando finalmente ho avuto accesso al gabbiotto dove c’era l’impiegata addetta, costei, con espressione giuliva, mi ha comunicato che, purtroppo, il computer era rotto e che quindi non si poteva fare nulla. Nella sua mente limitata non era previsto un modo di avvertire del disguido, evitando una lunga e inutile attesa. Una signora rumena, mia compagna di sventura, ha detto una cosa molto giusta. “Che cosa importa a questi impiegati di far perdere tempo a chi lavora? Tanto non rischiano nulla e se ne fregano altamente.”
Ricordo di aver letto, qualche tempo fa, l’articolo di un giornalista a cui sembrava impossibile che da qualche parte, nei meandri della inetta burocrazia, non ci fosse nessuno, ma proprio nessuno, a cui pigliasse vergogna di questo stato di cose e facesse qualcosa per ‘raddrizzare i torti’. Fino ad ora non sembra che esista una simile persona e sono sicura che, se anche esistesse, sarebbe subito neutralizzata dalla maggioranza.
Onorevole Brunetta, è inutile che lei persista a dire che a questi individui gli stipendi li paghiamo noi e che essi sono i nostri dipendenti. E’ una cosa che contribuisce solo ad aumentare il malumore dei poveri cittadini angariati.