Fenestrelle - pinerolo blues

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ANNA MASPERO E IL GRILLO
 
 
Conosco Anna da molti anni, sin da quando entrambe lavoravamo per la ormai defunta casa editrice FBE.
Lei era autrice del libro Il mondo nelle mani, un vademecum,per nomadi e stanziali da portare con sè in valigia o tenere sul comodino della propria camera".
Un testo che rivela la grande passione di Anna per il viaggio e il suo amore per la scrittura.

Io avevo scritto l’Introduzione, lunga una decina di pagine, al libro di Martha Gellhorn tradotto con il titolo “In viaggio da sola e con qualcuno”.
Un libro in cui Martha Gellhorn, la grande corrispondente di guerra, racconta in modo sarcastico e divertente alcuni dei suoi horror trips.
Il suo viaggio in Cina ad incontrare Chiang Kai-shek, quello nei Caraibi alla ricerca dei sommergibili tedeschi e quello in URSS ad incontrare gli scrittori dissidenti...

Avevo anche curato la traduzione del testo di Hector Berlioz “Viaggio musicale in Italia”, tratto dalle sue Memorie.
Non so come sia stato per lei, ma io mi considero abbastanza fortunata perché, quando la casa editrice ha chiuso i battenti, le copie delle mie traduzioni erano pressoché esaurite.
 
 

Qualche anno fa, quando avevo fatto un libro sulla scrittrice francese Sidonie-Gabrielle Colette, dal titolo “Il mio apprendistato in cucinalei mi aveva invitata ad andarlo a presentare nel ristorante Il Grillo, che si trovava all’interno dell’agriturismo di sua proprietà.
Ci avevo pensato su un po’, ma poi avevo deciso di non accettare. Non so se intendesse collocare la presentazione prima o dopo la cena, ma entrambe le soluzioni mi parevano poco indicate.
 
Chi arriva per fare cena ha solo voglia di mettersi a tavola per gustare i buoni piatti del ristorante, chi ha mangiato vuole andarsene a casa e non stare lì a sentire qualcosa che probabilmente non lo interessa. Tutto questo, aggiunto al fatto che mi sarebbero occorse circa 4 ore e mezza di viaggio per raggiungere il posto e altrettante per tornare, mi aveva fatto propendere per il no.
Io ho fatto poche presentazioni nel corso della mia carriera perché ho difficoltà a parlare in pubblico. L’ho fatto in alcune biblioteche e in alcune sedi dove le persone venivano perché erano interessate a sentirmi parlare del contenuto dei miei libri, non perché si trovavano lì per mangiare e dovevano sorbirsi la presentazione, loro malgrado, del contenuto di un libro che, a dispetto del titolo, non è di cucina, ma di letteratura.
Ma se nel frattempo avessi cambiato idea, sarebbe ormai troppo tardi per decidere di accettare l’invito di Anna. Il ristorante Il Grillo, infatti, non c’è più, ha chiuso i battenti dopo molti anni di attività.
Tuttavia, per un Grillo che va, ce n’è uno che viene. Infatti, nel paese di montagna dove mi trovo attualmente a passare l’estate, quasi di fronte al mio alloggetto, c’è un ristorante che si chiama anch’esso Il Grillo, dove si mangia cucina tradizionale  piemontese e delle valli.


 
Il mio piatto preferito sono sempre state le cajettes, un piatto tipico della valle. Ecco la ricetta, che varia leggermente da vallata a vallata.

La versione originale, risalente all'Ottocento, prevede l'utilizzo del pane raffermo, oggi per lo più sostituito dalle patate. Questo splendido tubero – ingrediente base della cucina povera alpina – viene grattugiato finemente e impastato con uova, farina, salame e cipolla; una volta ottenute delle quenelles, si lessano nell'acqua (o nel brodo bollente) e si condiscono con una golosa cremina a base di burro e grana grattugiato.

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