I doveri del medico - pinerolo blues

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In anni più vicini a noi, il testo è stato sostituito da un giuramento in forma moderna, che è stato in vigore fino al 2014, quando è stato cambiato con un Codice Deontologico. Questi sono gli articoli del nuovo codice.

Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro:

- di esercitare la medicina in autonomia di giudizio e responsabilità di comportamento contrastando ogni indebito condizionamento che limiti la libertà e l’indipendenza della professione;

- di perseguire la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica, il trattamento del dolore e il sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona cui con costante impegno scientifico, culturale e sociale ispirerò ogni mio atto professionale;
                                                                                        continua...

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Non ricordo quale scrittore abbia detto che il Vangelo è una lettura sublime, che però non ha nulla a che vedere con la realtà.
Ho avuto la stessa impressione leggendo i due testi riportati qui sopra.
Se mai essi hanno avuto qualche importanza nel creare un punto di riferimento per i medici (ma non credo), ormai questo riferimento non esiste più da molto tempo.
– Oggi il divario fra la 'scienza ippocratica', come continua ad essere chiamata e il modo in cui viene svolta la professione di dottore è davvero ampio.
Sicuramente la tecnologia e le pressioni economiche hanno contribuito a cambiare il rapporto medico-paziente, alterando il ruolo dello specialista nella società.
– Se si legge il secondo paragrafo del Testo moderno, peraltro superato, ci si rende comunque conto di quanto questo sia vero da tempo!

Non che quando non c'era la tecnologia le cose andassero meglio. Negli anni '60 del Novecento la persone non andavano così spesso dal medico, quindi essi dovevano ingegnarsi a 'creare' i pazienti, cominciando dai bambini e dai ragazzi. L'appendice sembrava essere stata creata apposta. La 'comunità medica' ha deciso che essa fosse un organo vestigiale, privo di utilità e, anzi, addirittura dannoso per la salute, in quanto “soggetto ad infezione”.
In quest'ottica l'appendicectomia divenne rapidamente l'intervento chirurgico più comune di medicina interna. Sicuramente, dato che veniva fatto quasi a tappeto, era un'entrata sicura per gli ospedali e i reparti e questo tipo di intervento ha rappresentato per anni una grossa fonte di apporto finanziario. Ove ci fosse  penuria di appendici da asportare, si ricorreva alla tonsillectomia. Qui era ancora più facile perché, soprattutto con il freddo invernale, succedeva spesso che le tonsille fossero infiammate e ingrossate. Che problema c'era? Bastava rimuoverle e il problema era risolto. Pensate che un vicino di casa che conoscevo, mi ha detto che i medici, preoccupati di non far spendere troppi soldi all'ospedale, avevano effettuato l'intervento su di lui senza anestesia…   

Ricordo che la prima volta  in cui il mio amore inglese aveva visto la mia cicatrice da appendicite lunga bel 15 centimetri, ha commentato: non è che hai fatto da cavia ad un assistente alla sua prima operazione? Oggi leggo su Internet che la maggior parte di quegli interventi poteva essere tranquillamente evitata. Quindi per il loro guadagno ci hanno esposti a dei rischi assolutamente inutili.

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