Nel lontano 1980 mia madre aveva acquistato due loculi per mio papà e per se stessa.
Aveva chiesto che, qualora possibile, i colombari non fossero tanto in alto. IL sindaco, Giovanni Peano, l'ha subito accontentata, glielo ha assegnato nell’ultima fila in alto.
Per quarant’anni ho spostato avanti e indietro la pesantissima scala che mi permetteva di raggiungere il loculo di mio papà e, in anni più recenti, quello di mia mamma.
In compenso, mio papà ha avuto l'onore di giacere accanto ad un nobile: il Marchese Del Carretto.
Il loculo di questo nobile è sempre stato molto trascurato. Un mazzetto striminzito di fiori di plastica stinti, sempre gli stessi per anni e anni. La vicinanza del mio genitore con il discendente di quella nobile casata mi ha fatto venire in mente la poesia del Principe Antonio De Curtis, in arte Totò, "A livella".
Penso che un periodo di tempo così lungo possa bastare, così ho preso la decisione di far cremare i resti dei miei genitori e ne ho fatto disporre le urne con le ceneri nella celletta che avevo comprato per me. Ci è voluto quasi un anno di pratiche e di esercizi di pazienza – non avevo mai visto il titolare dell’impresa di pompe funebri a cui mi ero rivolta perdere le staffe, dato che è la persona più gentile ed amabile che esista – ma, in quest’occasione, gli è successo. Alla fine, ce l’abbiamo fatta.
Adesso, sta passando un altro anno per avere il rimborso sull’acquisto dei due loculi dei miei genitori, dato che le loro salme sono state rimosse molto prima della scadenza. Quanta differenza fra il pubblico e il privato! Ogni cinque anni, io verso ai miei inquilini gli interessi sulla caparra versata, loro quegli interessi se li sono sempre tenuti. Ed è trascorso quasi un anno senza che io abbia avuto il rimborso a cui ho diritto.
P.S.: A quasi un anno di distanza il piccolo rimborso è arrivato.