IL MIO MEDICO?
Ahi! Ahi! Con il nuovo medico ho cominciato subito male. Nel corso delle quattro chiacchiere che si scambiano la prima volta in cui ci si presenta, ho fatto l'errore di far riferimento, con ammirazione, al suo impegno di volontario della Protezione civile. No, ha precisato lui sussiegoso, il suo ruolo era quello di Direttore sanitario. Ma la colpa di quella affermazione errata non era mia, mi ero limitata a riportare una frase della mia collega Maria Letizia, sua paziente da una vita.
Hanno fatto seguito le misurazioni del mio corpo: statura, peso, giro vita… Mi è venuta in mente una frase di Tiziano Terzani nella stessa situazione: “Io sono solo i miei dati somatici o sono qualcosa di più?”.
Abbiamo poi proseguito con la spirometria. Ho soffiato con forza nel tubo e mi si è scatenata una forte crisi di tosse.
Tuttavia il peggio doveva ancora venire, qualche tempo dopo. Pur avendo febbre e bronchite, sono andata a piedi a chiedere la ricetta per un antibiotico. L'impiegata però mi ha detto che il dottore non prescriveva antibiotici se non aveva davanti la paziente in carne ed ossa. Mi ha fissato un appuntamento tre giorni dopo alle ore 12. Avevo un estremo bisogno subito di quel medicinale, ma mi sono rassegnata a tornare a casa ed aspettare. Quando sono tornata in studio, ho scoperto di avere quattro persone davanti a me a mezzogiorno. Non me la sentivo di attendere per tutto il tempo che sarebbe occorso per quei pazienti. Con la mia salute che peggiorava di minuto in minuto, mi sono nuovamente recata all'accoglienza per farmi fissare un appuntamento in un giorno in cui fossi la prima a passare.
Purtroppo questo spostamento non è servito a nulla perché ho comunque dovuto aspettare un'ora e un quarto l'arrivo del dottore. Lo stare in quella saletta di attesa con persone che sternutivano, tossivano e scatarravano mi ha dato il colpo di grazia. Le mie condizioni di estrema debolezza mi hanno portata a sviluppare una dolorosissima polmonite. Sono stata a letto immobile per una notte e un giorno, il minimo movimento mi causava dolori tremendi. Sentivo la febbre che saliva, avevo il respiro corto e difficoltoso e il dolore al torace e alla schiena erano lancinanti. A quel punto l'antibiotico arrivava troppo tardi, il danno ormai era fatto. A causa della mia mancanza di meccanismi di difesa, i microbi erano penetrati negli alveoli dei polmoni e non rimaneva altro che attendere che il lento decorso dell'infezione avesse termine….
Questo penoso e drammatico calvario mi ha fatto venire in mente un racconto di Dino Buzzati. L'ambiente in cui si svolge è diverso, ma gli ostacoli burocratici sono gli stessi. In entrambi i casi la persona, il suo stato di infermità non contano nulla, la necessità di essere aiutata.....
Trama: un uomo trafelato, entrando in ospedale, porta in braccio una donna gravemente ferita implorando l'aiuto di quelli che incontra.
Prima un infermiere gli dice di aver sbagliato reparto, poi una suora fa notare la mancanza di un foglio di ricovero e, successivamente, un medico barbuto lo interroga brutalmente sul fatto di come sia riuscito ad entrare dal cancello eludendo i controlli dei guardiani.
Tutti si disinteressano dell'infortunata e al soccorritore non resta altro che proferire le peggiori maledizioni.
Considerazioni: sarebbe troppo facile e riduttivo ricondurre questo evento a un episodio di malasanità.
Quello che colpisce, oltre la assoluta mancanza di umanità e pietà del personale sanitario, è la loro subordinazione a leggi, regolamenti, ordini e discipline che codificano qualsiasi attività amministrativa.
Sono persone dall'anima anestetizzata e intossicata dalla burocrazia feroce che fagocita il loro lavoro.
Il rispetto formale delle regole assurto a modello unico e vero nel quale uniformare la vita alla ricerca di un equilibrio stabile e immutabile, alibi sempre valido per deresponsabilizzarsi nella certezza del dovere compiuto, del rispetto pedissequo di norme anodine.
Quante persone così incontriamo pur non arrivando all'estremo del racconto?
Sono persone che la notte dormono benissimo forse sognando timbri, moduli e certificati.
Giuliano De Giorgi
Dino Buzzati
Questioni ospedaliere
Racconto breve contenuto ne La boutique del mistero