Una seconda brutta esperienza - pinerolo blues

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Repetita non iuvant

Date le premesse di cui sopra, ho sempre scelto di andare dal medico il meno possibile. La mia filosofia è sempre stata di aspettare che i malanni passino da soli. Era la prima volta che andavo da questa dottoressa, quindi mi aspettavo che dedicasse almeno cinque minuti a guardarmi in faccia, a farmi qualche domanda per cercare di capire che persona fossi e che problema mi avesse portata lì da lei. Invece no. Ha cominciato subito a digitare sul computer e, in base al suo responso, mi ha riempita di fogli di richieste di esami da fare.

Io uscivo da due mesi terribili, a causa du una grave influenza seguita da una bronchite altrettanto grave. Purtroppo non avevo in casa né antibiotici né tachipirina o altro, quindi mi interessava avere la prescrizione di un antibatterico da tenere in caso si ripresentasse l'infezione a cui, purtroppo, sono sempre stata soggetta sin da piccola.                         .
Niente da fare. Per arrivare ad avere l'antibiotico dovevo sottopormi prima al controllo del colesterolo, poi all'elettrocardiogramma, poi ad una radiografia…. Era la stessa situazione in cui mi ero trovata con il medico di prima, di cui ho raccontato nell'articolo precedente.Peccato che, poiché il virus influenzale mi era stato trasmesso proprio in un ambulatorio medico, ero molto restia a mettermi nuovamente in una situazione così pericolosa.  

Arrivata a casa con quella mazzetta di prescrizioni, sono scoppiata in un pianto dirotto. Mi sembrava che l'aver detto che mi ero ammalata per un contagio preso in un ambiente affollato, la necessità, per la mia tranquillità, di avere in casa un medicinale di contrasto, nel caso si fosse ripresentato il male, avrebbe dovuto suggerire che non ero pronta a cominciare subito il giro degli studi medici.
Viviamo in un paese in cui sono tutti smaniosi di farsi riempire di medicine e di sottoporsi a centinaia di esami, io, che sono all'opposto, devo sottostare alle imposizioni.

Leggo che in un futuro non molto lontano i robot sostituiranno i medici. In realtà è già così. Se metto a confronto il medico della mia infanzia, il dottor Gianadda, di cui conservo un ricordo affettuoso e meraviglioso, così sensibile e attento alle apprensioni del paziente, con la dottoressa di adesso, totalmente incapace di leggere le mie emozioni e che, anziché sdrammatizzare la mia ansia, me ne ha creata una maggiore, penso che siamo all'interno di una catena di montaggio di cui un doc robot aziona i pulsanti. L'intelligenza artificiale, anziché essere solo uno strumento di lavoro, ha preso possesso di lui, come l'alieno dei film.  

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