VALUTA STRANIERA ALLA BANCA DI NOVARA
Mi trovo dal panettiere Beccaria per acquistare alcune bruschette. La commessa sta rispondendo al cellulare. A un tratto vedo che si avvicina al vassoio che le contiene, con la mano libera le prende tutte meno una e le colloca in una grande busta. Credo di intuire cosa sta succedendo.
La persona al telefono le ha appena chiesto di mettergliene da parte un certo numero. Ho capito che per oggi non mangerò bruschette.
L’episodio, per analogia, me ne fa venire in mente un altro, molto più grave, successo alla Banca popolare di Novara. Credo che fosse il 1999 e, dovendo andare a Parigi per il Salone del Libro, ero andata di persona a prenotare dei franchi, chiedendo in particolare di averne di piccolo taglio.
Il giorno in cui sono andata a ritirarli ho avuto un’amara sorpresa. Mentre firmavo i moduli che l’impiegato mi aveva messo davanti, senza che né io né lui ce ne accorgessimo, un altro dipendente si era avvicinato e di nascosto, senza dire nulla, si era portato via la borsa che li conteneva. Quando abbiamo capito che cosa era successo, gli abbiamo chiesto di poter avere i biglietti. Nel frattempo, lui li aveva già dati a un altro cliente. Gli ho fatto presente che io ero venuta apposta precedentemente a prenotarli, quindi era giusto che li avessi io, tanto più che forse al signore che li aveva presi neanche interessavano. Non c’è stato verso, l’impiegato si è barricato dietro all’affermazione che i franchi non si potevano prenotare. Coglione.
Questo, se mai, doveva dirlo quando li avevo prenotati, non dopo che avevo perso delle ore per averli per poi vedermeli soffiare sotto al naso in modo inammissibile. Bisogna anche dire che una parte di responsabilità l’ha avuta il cliente. Se fosse stato una persona civile ed educata, li avrebbe lasciati a me, ma le persone civili ed educate sono merce rara, sono molti di più i profittatori.
Il peggio tuttavia doveva ancora venire. Quando ho porto uno di questi biglietti di grosso taglio alla cassiera del Salone del Libro di Parigi, lei me lo ha risbattuto indietro, dicendomi che era falso. Ho precisato che lo avevo preso in banca, ma questo non le ha fatto cambiare idea, ho dovuto abbandonare la fila e andarlo a cambiare all’esterno. Ripensando a questa situazione in cui, pur essendomi comportata in modo impeccabile e avendo fatto di tutto per organizzare le coe per bene, ci sono andata di mezzo in modo pesante, ancora oggi provo una grande amarezza…
Qualche tempo fa, alla Mostra del Libro che si tiene ogni anno al Forte di Fenestrelle, ho acquistato uno di quei grossi volumi illustrati dalla bella rilegatura che sono destinati ad essere regalati. Dentro, ho trovato questi tre biglietti da visita.
Mi è venuta la curiosità di andare a vedere chi fossero questi tre professionisti e, allo stesso tempo, di leggere qualche notizia sulla Banca Popolare di Novara, cosa che non avevo mai fatto quando ero loro cliente. Della banca ho letto:
Nata come Società cooperativa per aiutare la crescita del territorio e della sua economia anche con il microcredito, si è presto trasformata in una banca dedita al finanziamento di grandi gruppi industriali. Segue una lista di brogli ed irregolarità che mi ha indotta a non andare oltre nella lettura...
Riguardo all’avvocato Roberto Di Tieri mi ha stupita il fatto che di seguito, uno sotto l’altro, ci fossero due siti, nel primo dei quali si legge: “ Il Procuratore della Repubblica ha fatto partire 37 comunicazioni giudiziarie indirizzate al Presidente della Banca Popolare di Novara Roberto Di Tieri e agli altri membri del vertice della banca.” Subito sotto, sul sito del Quirinale, si legge: “Di Tieri avv. Roberto Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana”...
Del Dott. Piero Bongianino si dice che è indagato per bancarotta fraudolenta ed è finito agli arresti domiciliari.
Del Rag. Carlo Piantanida si dice che è indagato a Milano per il crac Sasea ed è stato rinviato a giudizio.
Non mi è venuta voglia di leggere oltre. E quasi quasi sono contenta di non aver letto queste notizie al tempo in cui ero cliente di questa banca, lo schifo sarebbe stato ancora maggiore. Ma ho anche capito perché quell’impiegato si fosse comportato così, se questo era l’esempio che veniva dall’alto...